martedì 22 marzo 2011

DESCRIZIONE DI UNA ZIA...da "Alla ricerca dele tempo perduto " di M.Proust

La zia aveva a poco a poco allontanato tutti gli altri visitatori, perchè avevano, ai suoi occhi, il torto di rientrare nell'una o nell'altra delle due categorie di persone che lei detestava. Gli uni, i peggiori, e i primi di cui si era sbarazzata, erano quelli che le consigliavano di non "auscultarsi" e professavano, magari in negativo, e manifestandola solo con certi silenzi di disapprovazione o con certi sorrisi di perplessità, la dottrina sovversiva per cui una piccola passeggiata al sole e una buona bistecca sanguinolenta(quando le restavano quattordici ore sullo stomaco due cattivi sorsi d'acqua di Vichy!) le avrebbero giovato molto più del letto e delle medicine. L'altra categoria era composta da persone che avevano l'aria di crederla malata più gravemente di quanto non pensasse, tanto gravemente come lei diceva. Quindi, quelli che aveva lasciato salire dopo qualche esitazione e dietro le istanze ufficiose di Françoise, e che, nel corso della visita, avevano mostrato quanto fossero indegni del favore che veniva loro accordato, arrischiando timidamente un :" Non credete che se vi muoveste un po' quando c'è bel tempo", o, al contrario, quando lei aveva detto:"Mi sento molto giù, molto giù, è la fine, miei poveri amici", le avevano risposto:"Ah! quando non c'è la salute! Ma voi potete tirare avanti chissà ancora quanto, in questo stato", costoro, sia gli uni che gli altri, potevano star certi che non sarebbero stati mai ricevuti. E se Françoise si diveriva dell'aria spaventata della zia, quando dal suo letto aveva scorto nella rue du Saint-Esprit una di quelle persone che dava l'impressione di venire da lei, o quando aveva sentito una scampanellata, rideva ancora di più, e come di uno scherzo riuscito, delle astuzie sempre vittoriose della zia per arrivare a farli congedare e della loro aria di sconfitta quando se ne tornavano senza averla vista, e in fondo ammirava la sua padrona, che giudicava superiore a tutte quelle persone, dal momento che non voleva riceverle. Insomma, la zia esigeva a un tempo d'essere approvata per il suo regime, d'essere compianta per le sue sofferenze e d'essere rassicurata sul suo avvenire.


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