sabato 12 marzo 2011

SESTA LETTERA A FANNY BRAWNE

17 agosto

 Mia cara Fanciulla-che posso dire per scusarmi? Son qui da quattro giorni e non ti ho ancora scritto- è vero che ho dovuto però sbrigare parecchie fastidiose lettere di affari, e sono rimasto negli artigli dell'ultimo atto della nostra Tragedia, come un serpente in quelli di un'aquila. Non ci sono scuse, lo so, e non voglio offrirne. Non ho nemmeno il diritto di chiedere una risposta sollecita che mi faccia sapere quanto sei indulgente-devo rimanere per qualche giorno in una Nebbia-ti vedo attraverso una Nebbia come, suppongo,ormai mi vedi tu. Credi alle prime lettere che ti scrissi: ti assicuro che sentivo ciò che scrivevo-non potrei scrivere così ora. Mi passano nella testa le mille immagini che ho concepito-il mio inquieto spirito, il mio inimmaginabile destino-tutto steso come un velo tra me e te. Ricordati che non ho avuto ore di ozio per meditare su di te-forse è meglio così. Non avrei potuto sopportare l'urto delle gelosie che erano solite tormentarmi prima che mi tuffassi tanto profondamente in interessi immaginari. Ora che ho le vele spiegate, veleggerei volentieri senza interruzione ancora per un paio di mesi-la mia vena è perfetta-sono in pieno fervore; e in questi quattro mesi farò moltissimo. Scorrendo con l'occhio questa pagina m'accorgo che è troppo poco innamorata e galante-non posso farci niente-non sono un ufficiale che sbadiglia nelle retrovie,nè un falso Romeo. Ho la Mente piena zeppa, imbottita come una palla da cricket- se mi sforzassi di riempirla di più scoppierebbe. So che la maggior parte delle donne mi odierebbe per questo; che dovrei avere una Mente così poco tenera, così dura da riuscire a dimenticarle; dimenticare le più brillanti realtà per le opache fantasie del mio Cervello. Ma io ti scongiuro di di giudicare la cosa con equilibrio; e chiedere a te stessa se non è meglio che io ti spieghi i miei sentimenti, invece di esprimermi con artificiale passione. (...)Non sono abbastanza felice per frasi di seta e argentei periodi.(...) Perdonami per questa lettera che ha parole di pietra e credi e considera che non posso pensare a te senza una sorta di energia- anche se mal à propos.
Appena smetto, mi pare che il pensare a te ancora pochi istanti sarebbe bastato a sciogliermi e dissolvermi. Non devo abbandonarmi a ciò-ma tornare a scrivere-se non ci riuscirò morirò lottando. Amore mio, le tue labbra si fanno di nuovo dolci nella mia immaginazione-devo dimenticarle.
Il tuo sempre affezionato
Keats


Nessun commento: