sabato 30 aprile 2011

XIII LETTERA A FANNY BRAWNE

Mio dolce amore, aspetterò pazientemente fino a domani prima di vederti e nel frattempo, se ce ne fosse bisogno, ti assicuro in nome della tua Bellezza che ogni qualvolta ho toccato un qualche argomento poco piacevole, l'ho sempre fatto per la preoccupazione del tuo benessere. Quanto sarei rimasto ferito se mai avessi aderito a ciò che, nondimeno, è assolutamente ragionevole! Quanto più ti amo per il risultato generale! Nella mia attuale condizione di salute mi sento troppo separato da te e quasi potrei parlarti con le parole che lo Spirito di Lorenzo rivolge a Isabella:

"la Tua Bellezza cresce sopra di me ed io sento
un più grande amore per tutto il mio essere penetrare."

Il mio più grande tormento, da quando ti ho conosciuta, è stato il timore che tu fossi un po' incline a fare la Cressidra; ma respingo assolutamente un simile sospetto e rimango felice nella certezza del tuo Amore che, ti assicuro, è per me al tempo stesso un prodigio e una delizia. Mandami le parole "buona notte", da mettere sotto il cuscino.
Diletta Fanny,
il tuo affezionato
J.K.




martedì 26 aprile 2011

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Dariaux-COLLANE

La collana ideale, il gioiello più facile da portare che sia mai stato creato, accessorio indispensabile nel guardaroba di ogni donna, è un filo di perle. Ogni donna dovrebbe avere una collana con un solo filo di perle e un'altra  a tre o cinque fili. Se è una gran dama di una certa età le sono concessi anche sette o nove fili. Come le rose in un vaso, un numero dispari è più elegante di uno pari.
 Le perle possono essere coltivate, false, o - se siete una donna molto fortunata- vere. Ma non dovete invidiare troppo le signore molto fortunate, perchè, di consueto, o sono terrorizzate all'idea di esibire al collo un investimento così costoso, o sono angosciate perchè le hanno depositate in un luogo sicuro, mentre le perle vere devono essere indossate spesso, perchè, senza il contatto con la pelle, perdono lucentezza.

domenica 24 aprile 2011

L'AGNELLINO DI MARIA

VEDETE L'AGNELLINO DI MARIA!
SEMBRA DI NEVE;
E LE CORRE ACCANTO LIEVE LIEVE!
NON LA LASCIA MAI SOLA;
ANDO' CON LEI PERFINO UN GIORNO A SCUOLA.
IL MAESTRO, PERO', LO MANDO' VIA.
CHE VOLETE?I RAGAZZI
GLI SALTAVAN D'ATTORNO COME PAZZI.
MA RIMASE VICINO
FUOR DALL'USCIO, PAZIENTE, L'AGNELLINO.
QUANDO VIDE COGLI ALTRI FINALMENTE
USCIR MARIA DA SCUOLA
PARVE CHE A LEI LA POVERA BESTIOLA
DICESSE TANTE COSE
COI SALTI E LE CAREZZE AFFETTUOSE.
UN PICCINO, AL MAESTRO SORRIDENTE,
CHIESE:- MA PERCHE' POI
VORRA' PIU' BENE A LEI CHE A TUTTI NOI?-
E IL MAESTRO:- BAMBINO,
PERCHE' MARIA VUOL BENE ALL'AGNELLINO.


sabato 23 aprile 2011

XII LETTERA A FANNY BRAWNE

Mia diletta Fanciulla,
 se la malattia può produrre mutamenti così piacevoli nell'espressione dei tuoi occhi, quasi mi augurerei che di tanto in tanto tu fossi malata. Vorrei aver letto il tuo biglietto prima che te ne andassi ieri sera, così ti avrei rassicurato che ero ben lungi dal sospettare qualsivoglia freddezza. Avevi pienamente diritto di essere un po' taciturna con uno che ti parla in modo così franco, ma devi credere - lo dovrai, lo vorrai - che io nulla posso fare, nulla dire, nulla pensare di te, che non abbia origine in quell'Amore che è stato così a lungo il mio piacere e il mio tormento. La notte che mi sono sentito male - ho avuto un afflusso di sangue ai polmoni così violento da sentirmi soffocare - ti assicuro che ho avuto l'impressione di non poter sopravvivere, e in quel momento non ho pensato ad altro che a te. Quando dissi a Brown "che disgrazia" pensavo a te. E' vero però che dopo i primi due o tre giorni ho avuto altri pensieri per la testa. Aspetterò con impazienza la salute, la Primavera e una regolare ripresa delle nostre Passeggiate d'un tempo.
Il tuo affezionato
J.K.


giovedì 21 aprile 2011

OROSCOPO DEGLI ALBERI: 21-30 APRILE, IL NOCE.

E' UNA PERSONA IMPLACABILE
STRANA E PIENA DI CONTRASTI
SPESSO EGOISTA
AGGRESSIVA MA NOBILE
DI AMPI ORIZZONTI
DI REAZIONI INASPETTATE
SPONTANEA
DI AMBIZIONI SENZA LIMITI
PER NIENTE FLESSIBILE
E' UN COMPAGNO DIFFICILE E POCO COMUNE
NON SEMPRE PIACE
MA E' AMMIRATO
DOTATO DI INGEGNO STRATEGICO
GELOSO E APPASSIONATO
NON ACCETTA COMPROMESSI.


IL SIGNOR DI NORPOIS, Marcel Proust

La conversazione del signor di Norpois era un repertorio così completo di quelle formule datate del linguaggio proprie di una carriera, di una classe e di un periodo- periodo che, per quella carriera e quella classe, potrebbe anche non essere del tutto superato - che a volte rimpiango di non aver tenuto a mente, tali e quali, i discorsi che gli ho sentito fare. Avrei così ottenuto un effetto di "fuori moda", con la stessa facilità e allo stesso modo di quell'attore del Palais Royal a cui domandavano dove mai scovasse i suoi cappelli sorprendenti, e che rispondeva:"I miei cappelli non li trovo, li conservo". In breve, credo che mia madre giudicasse il signor di Norpois un po' "vecchio stile", cosa che era lontana dal dispiacerle dal punto di vista dei modi, ma che l'attraeva meno nel campo, se non delle idee - perchè quelle di Norpois erano molto moderne - delle espressioni.(...) Del resto apprezzava senza sforzo la sua aria buona, la sua cortesia un po' desueta ( e così cerimoniosa che quando, camminando con l'alta persona diritta, scorgeva mia madre passare in carrozza, prima di indirizzarle una scappellata gettava via il sigaro appena cominciato); la sua conversazione così misurata, in cui parlava di sè il meno possibile e teneva sempre conto di quel che poteva riuscire gradito all'interlocutore; la sua puntualità talmente sorprendente nel rispondere alle lettere che quando, avendogliene spedita una, mio padre riconosceva la grafia del signor di Norpois su una busta, il suo primo impulso era di credere che malauguratamente la loro corrispondenza si fosse incrociata: si sarebbe detto che alla posta esistessero per lui levate supplementari e di lusso. Mia madre si meravigliava che fosse così esatto sebbene tanto occupato, così affabile sebbene così presente dappertutto, senza pensare che i "sebbene" sono sempre dei "perchè" misconosciuti, e che (come i vecchi sono sbalorditivi per la loro età, i re pieni di semplicità e i provinciali al corrente di tutto) proprio le sue abitudini permettevano al signor di Norpois di soddisfare a tante occupazioni e d'essere così ordinato nelle risposte, di piacere in società e d'essere gentile con noi.


mercoledì 20 aprile 2011

TURBINI IGNOTI di Enrico Maria Buratti

Percorre a notte il vento
le strade della vita;
e come la romita
canzone del tormento
mi batte il cuore frivolo
la nenia del rimpianto;
amica: non è il pianto
come un perlaceo rivolo?
Escende negli abissi
e sale ai cieli tersi;
a volte il sogno aspersi
con le armonie che scrissi.
Se l'odio qualche volta
in seno mi sfavilla
freme nella pupilla
una risata stolta.
Sorrido.
Perchè piangere
quando la vita duole?
Oh! non le nubi il sole
possono in alto infrangere!
Così nel cuore ignoto
freme di luce un sogno;
batte talvolta il sogno
nel mio cervello vuoto!



martedì 19 aprile 2011

NOMI DI PAESE, Marcel Proust.

Le parole ci presentano, delle cose, una piccola immagine chiara e abituale, come quelle che si appendono ai muri delle scuole per dare ai bambini l'esempio di quel che sia un banco, un uccello, un formicaio: cose concepite come simili a tutte le altre della stessa specie. Ma i nomi presentano, delle persone- e delle città che ci abituano a credere individuali, uniche come persone-, un'immagine confusa che trae da loro, dalla loro sonorità squillante o cupa, il colore di cui è dipinta uniformemente, come uno di quei manifesti, interamente azzurri o interamente rossi, nei quali, a causa dei limiti del procedimento impiegato, o per un capriccio del decoratore, sono azzurri o rossi non soltanto il cielo e il mare, ma le barche, la chiesa, i passanti. Il nome di Parma, una delle città dove desideravo maggiormente andare, dopo aver letto LA CHARTREUSE, mi sembrava compatto, liscio, color malva e dolce; se qualcuno mi avesse parlato di una qualsiasi casa di Parma nella quale sarei stato accolto, mi avrebbe procurato il piacere di pensare che avrei abitato in una dimora liscia, compatta, color malva e dolce, priva di rapporto con le dimore in qualsiasi altra città d'Italia, dato che l'immaginavo soltanto in virtù di quella sillaba greve del nome di Parma, dove non circola aria, di tutto quel che le avevo fatto assorbire di dolcezza stendhaliana e del riflesso delle viole. E quando pensavo a Firenze, vi pensavo come a una città miracolosamente profumata e simile a una corolla, dato che si chiamava la città dei gigli e la sua cattedrale Santa Maria del Fiore.
parma

firenze

14 PAROLE DA SALVARE..HUGLEIK, norvegese, di Gunnar Staalesen (ULTIMA!)

Non tutti sanno che in Norvegia abbiamo due lingue ufficiali. La maggior parte della gente parla il bokmal(la lingua dei libri), influenzata dal danese. E' quella in cui scrivono tutti. Ma esiste anche il nynorsk (il nuovo norvegese), che ha preso corpo nel XIX secolo, basato su antico norvegese e dialetti locali. Da qui attingo la mia parola: hugleik. A me piace. Significa affetto e amore:per patner, figli, umanità. Ogni volta che la pronuncio provo un senso di calore e pace, sentimenti da condividere.
gunnar staalesen

sabato 16 aprile 2011

XI LETTERA A FANNY BRAWNE

Carissima Fanny,
 ti manderò questa mia non appena ritorni. Dicono che devo restare per qualche tempo confinato in questa camera. Sapere che mi ami renderà la casa attigua alla tua una prigione gradita. Devi venire spesso a trovarmi: stasera, senza fallo-e non badare se parlerò a voce bassa, così mi hanno prescritto, benchè possa parlare forte.
Il tuo per sempre,
dolcissimo amore
J.Keats
Forse tua madre non è in casa e perciò dovrai aspettare che torni. Devi venire stasera e farmi udire la promessa che verrai anche domani. Brown mi ha detto che eravate tutti fuori. Ho passato l'intero pomeriggio ad aspettare la carrozza. Se l'avessi saputo, non sarei stato capace di stare così silenzioso tutto il giorno.

venerdì 15 aprile 2011

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Antoine Dariaux-CITAZIONI

  • "Sia il tuo abbigliamento costoso quanto te lo permette il tuo denaro, ma non eccessivamente alla moda; ricco, ma non vistoso, poichè spesso l'abbigliamento esprime l'uomo."(Shakespeare)
  • "L'eleganza è qualcosa di più del benessere, più della libertà dalla goffaggine e dall'impaccio. Richiede una precisione, una compiutezza, una vivacità non priva di audacia e tuttavia delicata."(Hazlitt)
  • "Ogni nuova generazione ride delle mode precedenti, ma segue devotamente quelle nuove."(Thoreau)
  • "Spesso vi è minor vanità nel seguire le nuove mode che nell'ostinarsi in quelle vecchie."(Joubert)
  • "La moda è soltanto il tentativo di portare l'arte nel modo di vivere e nei rapporti sociali."(Oliver Wendell Holmes)
  • "Non affrettatevi troppo a essere di moda, e non restate a lungo fuori moda; e non seguite mai, in nessun caso gli eccessi della moda."(Lavater)
  • "Il cattivo gusto è una forma di immoralità."(Bovee)
  • "Il gusto, per così dire, è il microscopio del giudizio."(Rousseau)
  • "Un gusto davvero elegante si accompagna in genere a un cuore eccellente."(Fielding)

mercoledì 13 aprile 2011

14 PAROLE DA SALVARE..NADAHNU.serbo, Zoran Zivkovic

All'inizio di  ogni corso di scrittura creativa all'università di Belgrado, faccio un piccolo test. Chiedo agli studenti la loro parola serba per ispirazione. Rispondono inspirancija, espressione d'origine latina e non serba. Nessuno dà risposte diverse. Non è colpa loro. Da 50 anni il serbo subisce contaminazione da altre lingue. L'inglese per esempio, con film e Internet. Nonostante tutto, io conduco la mia battaglia. Per esempio ho fatto riscoprire loro la parola serba nadahnu: che significa ispirazione nel senso di "infondere aria a qualcuno". L'immagine è poetica, perchè perderla?

martedì 12 aprile 2011

L'OROSCOPO DEGLI ALBERI:11-20 APRILE:ACERO

ACERO:LA MENTE APERTA

è una persona rispettosa della cosa comune
piena di immaginazione ed originalità
timida e riservata
ambiziosa
orgogliosa
sicura di sè
con sete di nuove esperienze
a volte nervosa
ha molte complessità
e buona memoria
impara rapidamente
con una vita amorosa complicata
gli piace impressionare.


sabato 9 aprile 2011

DECIMA LETTERA A FANNY BRAWNE

19 ottobre 1819

Mia dolce Fanny,
 svegliandomi dal sogno di questi tre giorni (Imploro di sognare di nuovo) trovo ora uno ora l'altro stupiti della mia indolenza e spensieratezza. La scorsa notte ero angosciato-il mattino è sempre un ristoro. Devo essere attivo o cercare di esserlo. Ho varie cose di cui parlarti domattina. La signora Dilke, credo, ti dirà che ho intenzione di venire a vivere a Hampstead. Devo impormi delle catene, altrimenti non riuscirò a concludere nulla. getterei volentieri il dado per Amore o morte. Non ho pazienza per nessun'altra cosa. Se mai intenderai essere crudele con me, come ora dici per scherzo ma talvolta può essere sul serio, siilo ora-ed io...la mia mente è tutta un tremito, non so dire cosa sto scrivendo.
Il mio amore per sempre
John Keats


giovedì 7 aprile 2011

14 PAROLE DA SALVARE...HEIMAT,tedesco, di Claudia Rusch

Il tedesco ha molte parole refrattarie alla traduzione. Non è un caso che sia stato uno scienziato di lingua tedesca a occuparsi di psiche:la nostra lingua non è parca quando si tratta di stati d'animo.
heimat, per esempio, meriterebbe di appartenere ai vocaboli da esportazione: luogo di nascita, patria, casa. ma heimat non indica solo un luogo.E' una parola che ti prende in braccio perchè comprende cultura, infanzia, persone care. Heimat è motivo di struggimento del cuore. Chi perde l'heimat perde l'anima.
claudia rusch

martedì 5 aprile 2011

14 PAROLE DA SALVARE...BADIMO,setswana, di Natalia Molebatsi

Nella lingua setswana significa antenati. Spesso diciamo:"Badimo ba tla mmona", cioè "Gli antenati si occuperanno di lui o di lei".Lo diciamo anche per parlare di Dio, ma nella nostra tradizione non si ringrazia mai Dio senza riferirsi agli antenati. Gli indigeni fondono due concetti lontani, mentre i mass media occidentali li dividono, facendo prevalere Dio. Gli antenati diventano metafora di vecchio, primitivo, ignorante. Prendiamo mia nonna. Lei è una cristiana fervente, ma non ha abbandonato i riti ancestrali. Forse dovremmo imparare dagli antenati che pregare in più maniere, se dà pace allo spirito, è la via per aprirci alla vita. E al rispetto per tutti.

natalia molebatsi

lunedì 4 aprile 2011

UNA NUOVA PREZIOSA GUIDA ALL'ELEGANZA...

E' finalmente arrivato anche in Italia il libro LA PARIGINA di Madame Inès de La Fressange. Avevo, tempo fa, ordinato la versione originale francese, ma problemi di ristampa mi hanno fatto preferire l'attesa dell'edizione italiana.

Devo ammettere che alcune cose mi sono sembrate un poco bizzarre...
In alcuni punti i consigli sono in contraddizione...camicie strette no, o invece sì, addirittura con push-up in vista...
In altri punti l'espressione "che volgarità!" mi ha fatto sorridere e pensare all'imitazione che Fiorello fa di Madame Carla Bruni..
E , a tratti, sembra scordarsi che Parigi non è comunque al centro del  mondo e che non si può dare per scontato che lo stile parigino sia l'Unico e Indiscutibile look da seguire...
Ma posso dire che, nel complesso, oltre a essere sinceramente spiritosa, riesce anche a dare alcuni consigli veramente utili e davvero efficaci...Certo, parte dal presupposto che per essere eleganti bisogna vestirsi come lei, parigina d.o.c.,(anche se nata a Saint Tropez!), ma è sempre meglio che affidarsi ciecamente ad altri dettami modaioli che lasciano ben poco dietro di sè.




 Le collane di perle vanno portate su t-shirt sportive e colorate e Mai su abiti eleganti...
 Le giacche, preferibilmente da uomo, vanno rese femminile con cinture, più usate che si può, strizzate in vita..
madame Inès...

 Le ballerine stanno bene a tutte le figure...
alcuni must...

le caviglie scoperte ...


I consigli sono tanti,
il mio consiglio preferito uno solo...
L'IMPORTANTE E' SENTIRSI A PROPRIO AGIO
IN CIO' CHE SI INDOSSA!
SENZA PRENDERSI TROPPO SUL SERIO...

sabato 2 aprile 2011

14 PAROLE DA SALVARE...APARTHEID,olandese, di Frank Westerman

Certe parole vanno salvate per ricordare. Questa, che significa separatezza, è un'eredità coloniale olandese. Lo spiego meglio nel libro "El Negro e io", che narra la storia di un nero imbalsamato, esposto fino al 1997 fra gli animali al Museo di storia naturale di Banyoles, Spagna. Quest'uomo, conosciuto come El Negro, riflette l'intero passato coloniale europeo. E' una metafora, l'incarnazione del nostro concetto di esotico. Indagando sulle sue radici, ho scoperto un'altra ragione di imbarazzo per gli olandesi. El Negro proveniva da una zona tra i fiumi Vaal e Orange, il Sudafrica d'oggi. Nel 1830 l'entroterra di Città del Capo non era colonizzato, ma mercanti e missionari bianchi si spinsero fino alla sua tribù. La lingua franca era l'olandese: prima di finire imbalsamato a Città del Capo, quell'uomo di 27 anni parlava quindi qualche parola d'olandese.
frank westerman

NONA LETTERA A FANNY BRAWNE

13 ottobre 1819

Mia diletta fanciulla,
 mi sono appena messo a trascrivere qualche verso in bella copia. Ma non riesco a procedere in modo soddisfacente. Devo scriverti una o due righe, per vedere se ciò mi aiuterà a toglierti dalla mia Mente anche se per breve tempo. Ti giuro sulla mia Anima, non riesco a pensare ad altro. E' passato il tempo in cui avevo la forza di avvertirti e metterti in guardia sul poco promettente mattino della mia vita. Il mio amore mi ha reso egoista. Non posso esistere senza di te. Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti-la mia vita sembra fermarsi lì-non vedo oltre. Mi hai assorbito. In questo momento ho la sensazione di essere sul punto di dissolvermi-sarei estremamente infelice senza la speranza di rivederti presto. Avrei paura di staccarmi da te. Mia soave Fanny,il tuo cuore non cambierà mai? E' così, amore mio? Non ha limiti ora il mio amore...E' arrivato in questo momento il tuo biglietto. Non potrei essere più felice, ora che sono lontano da te. E più ricco di una Nave di Perle. Non minacciarmi neppure per scherzo. Un tempo mi stupivo che gli uomini potessero morire martiri per una religione- ne rabbrividivo. Ora non rabbrividisco più- accetterei il martirio per la mia religione, l'Amore è la mia religione-potrei morire per esso. Potrei morire per te. Il mio credo è Amore, e tu ne sei l'unico dogma. Mi hai rapito grazie a un potere cui non posso resistere; eppure fui capace di resistere finchè non ti vidi; e anche dopo averti vista mi sono sforzato spesso di "ragionare contro le ragioni del mio amore". Ora non ne sono più capace. Il dolore sarebbe troppo grande. Il mio amore è egoista. Non posso respirare senza di te.
Tuo per sempre
John Keats


venerdì 1 aprile 2011

SOLE, poesia di Enrico Maria Buratti, 1945


Non c'è nel prato un filo d'erba solo
che non risplenda della sua rugiada;
sole nel muro, sole sulla strada:
guizzan nel sole rondinelle al volo.

Corolle e perle, a un tremolio di vento,
sbocciano a mille sul tranquillo mare
e non c'è in alto, tra le nubi chiare,
un bioccol che non sia di chiaro argento.

Porgendo il viso a questa luce buona
l'anima vibra e si tramuta in fiore;
linfe e rugiade salgono dal cuore
mentre un momento di dolcezza suona...


14 PAROLE DA SALVARE...ABWAB, arabo, di Somaya El-Sousy

Questa parola significa porte ed è legata a Gaza, la mia città. Gaza non ha porte che permettono di entrare o uscire liberamente. Una è in mano ai soldati israeliani, ed è impossibile passare a meno che tu non abbia un permesso speciale. L'altra è verso l'Egitto, quasi sempre chiusa. Per questo sogno un luogo senza porte, dove muovermi in libertà. Ma la parola abwab si usa anche per augurare cose difficili da ottenere:"Possa Dio aprirti le porte della felicità".
per me significa molto altro ancora. Penso alle porte dell'anima, che a volte chiudiamo provando un senso di perdita. Quando ne apriamo una che conduce a un'altra e un'altra ancora restiamo delusi. Per questo dobbiamo scegliere la porta giusta con attenzione, pazienza e fiducia, perchè tutti ne abbiamo una che ci aspetta.

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Antoine Dariaux -CHIC

Quintessenza della raffinatezza casual, lo chic è un po' meno studiato dell'eleganza e un po' più intellettuale. In molti è una qualità innata, della quale sono a volte inconsapevoli. Lo chic è avvertibile soltanto da quanti hanno già acquisito un certo grado di civiltà e cultura e hanno inoltre sia il tempo per dedicarsi a migliorare il proprio aspetto sia il desiderio di far parte di un genere particolare di élite, che potremmo chiamare "l'aristocrazia dell'aspetto esteriore". E' un dono degli dèi che non ha alcun rapporto nè con la bellezza nè con la ricchezza. Un bambinetto in culla può essere chic, un altro no.
 Forse, il modo migliore per descrivere tale qualità è attraverso alcuni esempi.
 La famiglia Kennedy era chic; la famiglia Truman, no.
La defunta principessa Diana era chic; ma la principessa Margaret, no.
 Marlene Dietrich e Greta Garbo erano chic; Rita  Hayworth ed Elizabeth Taylor, pur con tutta la loro bellezza, i gioielli e gli abiti sontuosi, non lo erano.

Per aumentare la possibilità di avere chic se ne siete prive, bisogna innanzitutto che vi rendiate conto di non averlo. Dovreste conoscere quanto meno che tipo di donna siete in linea generale. Studiate tutte le riviste di moda. Analizzate attentamente il modo di vestire e di comportarsi di una donna che appartenga al vostro tipo e sia considerata chic.
Forse non è una formula infallibile, ma è la migliore che io conosca.
 Inoltre,se vi rendete conto di essere prive di chic, la battaglia è già vinta a metà, perchè il solo caso assolutamente disperato è quello della donna che non ha la più pallida idea di cosa sia chic e cosa non lo sia.