sabato 5 novembre 2011

XXXVIII LETTERA A FANNY BRAWNE

Mia carissima Fanny ,
 stamane ho la testa confusa e so a malapena cosa dirò, benchè sia pieno di cento pensieri. Certo è che preferisco esser qui a scriverti, anche se a questa occupazione si unisce il dolore, piuttosto che godere di qualsiasi altro piacere, e addirittura della salute, che non sia in relazione con te. Ti giuro sulla mia anima, ti ho amata fino all'estremo. Vorrei che sapessi con quanta Tenerezza continuo a ripensare alle differenti espressioni del tuo viso, a ogni tuo gesto, a ogni tuo vestito. Ti vedo scendere al mattino, ti vedo che mi vieni incontro alla Finestra, vedo e rivedo eternamente ogni cosa già vista. Se seguo il registro gaio, vivo in una specie di miseria felice, se seguo quello triste la mia miseria è miserevole. Mi accusi di maltrattarti con le parole, i pensieri, le azioni - me ne dispiaccio - talvolta sono amaramente dispiaciuto di averti resa infelice, a mia discolpa posso dire che quelle parole mi sono state strappate dalla violenza dei miei sentimenti. Comunque sia, e in ogni caso, ho sbagliato, potessi credere di averlo fatto senza una ragione, sarei il più sincero dei Penitenti. Cederei subito al pentimento, mi rimangerei tutti i miei sospetti, mi fonderei con te, nell'Anima e nel cuore, anche quando non ci sei se non fosse per certi passi delle tue lettere. Credi davvero che io possa mai lasciarti? Sai cosa penso di me e di te. Sai che la vivrei come una perdita tanto grande per me quanto piccola per te. I miei amici ridono di te! Lo so  di alcuni di loro - se dovessi sapere che lo fanno tutti, non li riterrò più miei amici e nemmeno conoscenti. I miei amici si sono comportati bene con me in ogni occasione tranne una, quando sono stati chiacchieroni e curiosi del mio comportamento: spiando un segreto che morirei, piuttosto che confidare ad alcuno. Per questo non posso augurar loro del bene e non m'importa di non rivederli più. Se ne sono l'Oggetto, non sarò l'Amico di oziosi pettegolezzi. Buon Dio, che vergogna diventerebbe il nostro Amore passato al microscopio di una combriccola. Le loro risate non dovrebbero toccarti ( forse un giorno potrò spiegartele, perchè sospetto di essere abbastanza odiato, per motivi che conosco, da alcune persone che hanno finto una grande amicizia) essendo dettate dalla rivalità nei confronti di uno che, se non ti rivedesse più, farebbe di te la Santa della sua memoria. Coloro che ridono, non ti hanno in simpatia, ti invidiano per la tua Bellezza, avrebbero voluto che mi separassi da te per sempre, facevano di tutto per scoraggiarmi dall'amarti in eterno. La gente è vendicativa - non badarci - non devi fare altro che amarmi - se ne avessi la certezza, la vita e la salute sarebbero un paradiso, e la stessa morte sarebbe meno dolorosa. Desidero ardentemente credere nell'immortalità. Non sarò mai capace di dirti del tutto addio. Se sono destinato ad essere felice qui con te - quanto sarà breve la vita più lunga! Desidero credere nell'immortalità - desidero vivere con te per sempre. Che non si faccia il mio nome fra te e quelle persone che ridono. Se non ho altro merito che il mio grande Amore per te, ciò sarà sufficiente a custodirmi sacro e innominabile fra gente simile. Se mai sono stato crudele e ingiusto, giuro che il mio amore è sempre stato più grande della mia crudeltà che non dura che un minuto, mentre il mio Amore, accada quel che accada, durerà per sempre. Se le concessioni che mi hai fatto hanno ferito il tuo Orgoglio, Dio sa quanto poco orgoglio ho avuto in cuore pensando a te. Il tuo nome non oltrepassa mai le mie Labbra - che il mio non oltrepassi le tue. Quella gente non mi ama. Vorrai vedermi anche dopo aver letto la mia lettera? Sono abbastanza forte per mettermi in cammino, ma non oso. Proverei troppa pena nel separarmi di nuovo da te. Mio dolcissimo amore, ho paura di vederti; sono forte, ma non abbastanza da vederti. Ti stringeranno di nuovo le mie braccia? E, se così sarà, dovrò di nuovo lasciarti? Mio dolce Amore, sono felice finchè credo alla tua prima lettera. Lasciami la certezza che sei mia, anima e cuore - e morirò con più gioia che non vivrei altrimenti. Se mi giudichi crudele - se credi che ti abbia ingannata - ripensaci bene e guarda nel mio cuore. Il mio amore per te è " vero come la semplicità del vero stesso e più semplice dell'infanzia del vero " come mi pare di averti già detto una volta. Come potrei ingannarti? Come potrei minacciare di lasciarti? Non con l'intento di minacciare te, ma con quello di rendermi infelice. Mia bellissima, mia deliziosa, mia angelo Fanny! Non credere che io sia una persona così vile. Sarò paziente nella malattia e fiducioso nell'Amore per quanto potrò.
Il tuo sempre mia diletta
John Keats.


Nessun commento: