giovedì 12 gennaio 2012

Quella certa età, G.Guareschi, ultima parte.


A tavola mi fece la terza comunicazione:
-          Se non ti piace vai al ristorante.
Quello non era un desinare, ma una provocazione grave : minestra con  fagioli e cavoli, fritto con contorno di peperoni e cipolle, pane condito, formaggio gorgonzola, fichi secchi di quelli con le mandorle. In più: antipasto di sottaceti e alici in salsa piccante, vino moscato dolce come il miele.
Era palese la cura criminale usata nello scegliere ogni vivanda o bevanda che fosse micidiale per il mio stomaco: avrei avuto il diritto e il dovere di afferrare i quattro lembi della tovaglia e, fatto un fagotto di vivande e stoviglie, buttarlo fuori dalla finestra. Non battei ciglio e sorridendo mangiai ogni cosa.
Poi mi alzai e mi avviai verso il buffet.
-          Non ti scomodare – disse allora Margherita – Puoi rimetterti a sedere e incominciare a urlare che sono una criminale perché ho dimenticato di comprarti il bicarbonato!
Avevo un gatto vivo nello stomaco, ma risposi sorridendo:
-          Non cerco il bicarbonato: mi interessa un bicchierino di cognac.
Mi guardò con odio mortale.
Andai a sdraiarmi sulla poltrona di vimini all’ombra del portichetto e, di lì a dieci minuti, Margherita mi raggiunse.
-          Come si chiama quel famoso avvocato che è specializzato nei divorzi? – mi domandò perentoria.
Le dissi il nome e spiegai che non conoscevo l’indirizzo preciso: sapevo soltanto che abitava a Roma.
-          Lo troverò – esclamò Margherita – Così non si va più avanti. Divorzio! Anzi no! Sarebbe troppo comoda. Niente scandali : scomparirò senza lasciare traccia. Un giorno non mi troverai più. Mi cercherai e non mi troverai.
Accese una sigaretta, tirò qualche boccata poi la buttò via.
Mi fissò con un sorriso sarcastico:
-          Certo – esclamò – ti piacerebbe che io me ne andassi! E invece no! Rimarrò vicino a te, come l’ombra di Banco. Il criminale uccide e il cadavere si dissolve, diventa terra nella terra. A te non riuscirà il gioco: la tua vittima sarà sempre davanti ai tuoi occhi. Il mio cadavere ti perseguiterà.
Il cadavere vivente rientrò fieramente in casa e io andai a spasso per i boschi.
Tornai all’ora di cena e sentii che il cadavere vivente cantava.
Mi sedetti a tavola e di lì a poco arrivò l’ombra di Banco portando riso in bianco e verdura passata.
-          Di sera fa fresco- mi comunicò cordialmente Margherita – S’incomincia a sentire l’autunno.
-           - S’incomincia sì, purtroppo – risposi con molta tristezza.


2 commenti:

emma 120 ha detto...

Dimmi se ne trvi altri perchè ne voglio leggere ancora

zia Delina. ha detto...

Ne metterò altri, stanne certa!